Coronavirus e rifiuti: l’isolamento e la raccolta differenziata

Appena rientrato dalla Romania – dove sono rimasto bloccato circa due settimane a causa della chiusura dei voli per l’Italia – sono stato posto in “isolamento domiciliare fiduciario”.

Coronavirus, la gestione dei rifiuti per chi è in quarantena

Questa condizione, imposta dai nuovi decreti ministeriali a chi rientra da un viaggio all’estero, mi sta costringendo a restare a casa quattordici giorni e a essere considerato esattamente come un contagiato in quarantena: divieto assoluto di mettere il naso fuori casa, nemmeno per fare la spesa.

Dovendomi dunque comportare come un vero e proprio “malato” la domanda che mi sono posto è: cosa fare dei rifiuti che produco, considerato che potrebbero essere potenzialmente “infetti”? La risposta l’ho trovata nelle Linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, che potete scaricare a questo link:

(Rapporto-covid-19-1-2020)

Stop alla differenziata per chi è in quarantena

Per evitare la diffusione del virus, coloro i quali sono in quarantena obbligatoria perché positivi, oppure perché in isolamento fiduciario, non devono più differenziare i rifiuti di casa, almeno per la durata della misura di distanziamento sociale.

Tutti i rifiuti devono quindi essere conferiti nel contenitore dell’indifferenziato. La differenziazione dei rifiuti, al di là dei tempi di residenza del virus su superfici di vari materiali, potrebbe esporre infatti al contagio gli operatori del servizio di raccolta o gli addetti alla selezione.

Bisogna, poi, utilizzare almeno due o tre sacchetti, uno dentro l’altro, possibilmente resistenti da apporre all’interno del contenitore utilizzato per la raccolta dei rifiuti prodotti, se possibile utilizzando un pedale (in alternativa i guanti monouso, che vanno anch’essi conferiti nell’indifferenziato).

I sacchetti vanno poi chiusi ermeticamente utilizzando un laccio di chiusura o del nastro adesivo e, prima di essere portati fuori casa e conferiti nel contenitore dell’indifferenziato, devono essere tenuti a debita distanza da eventuali animali da compagnia.

In alcune città, specialmente per chi è positivo al coronavirus, è attivo un servizio di ritiro dei rifiuti presso il proprio domicilio:

per maggiori informazioni consultate il sito Internet del gestore del servizio di raccolta rifiuti attivo sul vostro territorio.

Se non si è in quarantena, si continua come sempre

Chi non è soggetto alla quarantena obbligatoria deve continuare a differenziare i propri rifiuti domestici, come fatto finora con qualche accortezza.

Se raffreddati, i fazzoletti usati vanno gettati nell’indifferenziato (e non nell’organico) così come mascherine e guanti. Anche in questo caso, comunque, vale la pena raccogliere i rifiuti indifferenziati in più sacchetti uno dentro l’altro, chiudendoli bene e smaltendoli come sempre nell’apposito contenitore.

Attenzione alle informazioni comunicate dal gestore del servizio che opera sul vostro territorio comunale, le isole ecologiche di molti Comuni, per esempio, sono chiuse per evitare assembramenti di persone.

Un plauso va ovviamente a tutti i lavoratori del settore che, in queste difficili ore, stanno comunque garantendo un servizio fondamentale per assicurare il decoro delle nostre città e il benessere di noi cittadini.

Che fine faranno i rifiuti a rischio infezione?

Un documento redatto e approvato lo scorso 23 marzo dal Consiglio del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale contiene le prime indicazioni per la gestione dei rifiuti durante l’emergenza CoViD-19.

Fermo restando quanto individuato nelle disposizioni emanate dalle singole Regioni, i rifiuti urbani indifferenziati provenienti da abitazioni ove sono presenti soggetti in quarantena obbligatoria (siano essi positivi o in isolamento fiduciario) andranno prioritariamente avviati ad incenerimento senza alcun trattamento preliminare. La termodistruzione è l’unico modo per scongiurare rapidamente qualsiasi ulteriore rischio di contagio da parte dei rifiuti potenzialmente infetti.

Laddove però non siano presenti inceneritori o termovalorizzatori, i rifiuti saranno conferiti agli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) se questi possono garantire l’igienizzazione del rifiuto nel corso del trattamento (es. la bioessicazione o la biostabilizzazione) e la protezione degli addetti dal rischio biologico, oppure agli impianti di sterilizzazione o ancora direttamente in discarica senza alcun trattamento preliminare. In quest’ultimo caso i sacchetti andranno prima inseriti in appositi sacchi che andranno confinati in zone definite della discarica ove la movimentazione dei rifiuti andrà ridotta al minimo indispensabile.

I rifiuti andranno poi ricoperti con un adeguato strato di materiale protettivo con il fine di evitare qualsiasi forma di dispersione. I rifiuti domestici prodotti dalla popolazione generale, dunque non sottoposta alla quarantena obbligatoria, saranno differenziati ed avviati a riciclo come di consueto.

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L’articolo Coronavirus e rifiuti: l’isolamento e la raccolta differenziata su La Rivista della Natura.

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